22 mar 2018

Punti K

Inizio una serie di post sulla dichiarazione. Per ritrovarli facilmente hanno tutti la tag: "Sistema K".
Il "Sistema K" prende il nome dal nickname di BBO: "nonno k" , che il mio insegnante, il fortissimo Carlo Totaro, ci consiglia. Premetto che eventuali errori ed omissioni sono, come al solito, imputabili unicamente a me.
Questi articoli potrebbero essere la base per un accordo con un ipotetico partner. Se siete interessati, lasciate nei commenti il vostro nick, il mio è "mefisto500", sono disponibile praticamente sempre, no perditempo ... 😊 .

Iniziamo con gli appoggi nel nobile.
Schematicamente si usano gli appoggi Bergen (rovesciati), il 2SA (Jacoby) forzante a manche, e le splinter in sottocolore.
Particolari accordi inoltre, quando è l'apertore a scoprire il fit (esempio  ha quattro picche dopo 1 - 1♠), o quando il rispondente scopre il fit al secondo giro (esempio ha quattro picche dopo 1 - 1 - 1♠), o quando il rispondente ha l'appoggio terzo.

Scheletro degli appoggi nel nobile è la valutazione della mano. In letteratura esistono numerosissimi metodi per valutare la mano, quando abbiamo il fit o meno, dal calcolo delle perdenti (ed eventuale utilizzo delle carte di copertura) agli "Zar points" .
I parametri da valutare sono tanti, dalla forza degli onori, al valore delle carte di "lunga" (o viceversa dei semi corti), dalla concentrazione o meno degli onori al computo delle prese rapide, la regola del 20 (ed analoghe), Culberton, Goren, Milton Work... ce n'è per tutti i gusti !

Premetto che per "fit", nel Sistema K , si considera l'appoggio quarto, mentre se è terzo si parla semplicemente di sostegno. Queste le precisazioni dell'insegnante, ma di sicuro mi vedrete, nel prosieguo, parlare per errore di fit anche quando l'appoggio è terzo !
La distinzione tra fit e sostegno è basata sul fatto che se l'appoggio è terzo, si contano semplicemente i punti onore, secondo la classica formula 4-3-2-1 di Milton Work, mentre se l'appoggio è quarto, cioè abbiamo il fit, ai punti onori si sommano i punti K.

Di seguito riporto appunti dalle lezioni di "nonno k", alias Carlo Totaro. Sono "grezzi", non studiati per una pubblicazione, ma anzichè rifarli, preferisco riportarli come sono, perchè hanno una immediatezza notevole. Alla fine aggiungerò qualche nota mia riassuntiva.

VALUTAZIONE DELLA MANO CON IL METODO DI NONNO K

La valutazione della mano con il metodo K è un sistema elaborato da nonno k per determinare, in termini numerici, il potenziale di una mano quando si presume di poter giocare un contratto in atout.
La valutazione della mano in punti onori vale sempre, ma in questo modo acquisisce la giusta dinamicità data dal fatto che una mano durante la dichiarazione può aumentare o diminuire nel suo valore in funzione di quello che accade al tavolo.
La valutazione K deve essere eseguita non appena si ha avuto la notizia, durante la fase di licitazione, di avere il fit con il compagno in un seme.
Per FIT si intende l'incontro in un seme di almeno 4 carte; quindi c'è il fit quando tra le due mani della linea c'è la 4-4 oppure la 5-4 oppure la 5-5 ecc; ma NON 5-3 o 6-2 dove non si parla di fit ma di SOSTEGNO.

La notizia di avere il fit a volte può essere appresa fin dal primo giro dichiarativo.
Esempio n°1: l'apertore dichiara 1; se il rispondente ha 4 o più carte di  sa già di essere in fit a .
Esempio n°2: l'apertore dichiara 1 e il rispondente dichiara 1; se l'apertore ha 4 carte di  ora sa che ha il fit a .
La notizia di avere il fit a volte può essere appresa anche al secondo giro dichiarativo.
Esempio n°3: l'apertore dichiara 1, il rispondente dichiara 1, l'apertore dichiara 1; se il rispondente ha 4 carte di picche ora sa di essere in fit a .
Esempio n°4: l'apertore dichiara 1, il rispondente dichiara 1, l'apertore dichiara 2 ; se il rispondente ha 4 carte di  ora sa di essere in fit a . 
(Nota mia: l’esempio conferma che il sistema vale anche per i minori, ma per ora limitiamoci ai nobili).
Il compito del giocatore che per primo ha scoperto di avere il fit in un seme del compagno è quello di eseguire immediatamente la valutazione della propria mano in funzione di questo fit, e di comunicare con la dichiarazione i risultati al compagno; ciò rispetta una delle regole fondamentali del bridge secondo la quale durante la dichiarazione al compagno vanno comunicati PUNTI e DISTRIBUZIONE.
Quindi la valutazione K è importante perchè il proseguimento della licitazione dipende dall'esito di questa valutazione.

PUNTI K

Vediamo ora come si esegue la valutazione K.
I P.K (punti K) rappresentano numericamente il potenziale di prese di una mano se si gioca in atout in un seme fittato con il compagno.
Cosa fare quindi per calcolare esattamente il valore delle nostre carte dopo aver scoperto di avere il FIT con il compagno?
1-Contare i PUNTI ONORE che si determinano con il metodo classico: A=4 K=3 Q=2 J=1; essi rappresentano la forza delle prese vincenti
2-Aggiungere 1 punto per ogni carta oltre la terza; essi rappresentano la forza delle prese di lunga affrancabili.
3-Aggiungere 1 punto per il doubleton e 2 punti per il singleton/ vuoto; essi rappresentano la forza di prese di taglio.

I P.K sono la somma dei P.O. (punti onori) dei P.L. (punti di lunga) e dei P.C. (punti di corta)
P.K = P.O.+ P.L.+P.C.

Quindi i P.K sono l'insieme delle 3 forze (onori , lunghe , tagli)
Il bridge è un gioco di prese, e le prese possono essere realizzate in 3 modi diversi:
§con le carte alte (prese di onori);
§con le cartine quando queste ultime risultano affrancate dalle carte alte (prese di lunga);
§e infine, ma solo nei contratti a colore, con le atout quando siamo sciolti dall'obbligo di rispondere in un seme (prese di taglio).

Risulta evidente che
§più onori abbiamo e maggiori sono le possibilità di conseguire prese di onori;
§più lungo è un seme e maggiori sono le possibilità di affrancare le cartine con cui conseguire prese di lunga
§più corto è un seme laterale a quello di atout e maggiori sono le possibilità di conseguire prese di taglio.

Esiste quindi una relazione stretta tra le prese ed ognuno dei 3 modi per conseguirle, e questa relazione può essere espressa con un equazione matematica con 3 variabili (onori, lunghe e corte).

Il metodo di valutazione K non è altro che un sistema semplificato ed approssimato della risoluzione dell'equazione .
Sommando i p.K di mano e morto si ottiene il valore p.K della linea che ci svela quante prese di onori, di lunghe, e di tagli, sono complessivamente realizzabili giocando con atout in un seme in cui la linea ha il fit.

N° prese = P.K / 3

Non spaventatevi perchè l'operazione è meno complicata di quello che appare leggendola.
Non appena un giocatore scopre di avere il fit in un seme del suo compagno esegue immediatamente la valutazione K della propria mano; quindi effettua una dichiarazione con la quale trasmette al compagno l'esito della sua valutazione.
Il compagno che riceve l'informazione esegue a sua volta la valutazione K della sua mano e fa la somma dei p.K della linea; a questo punto divide per 3 il valore K complessivo e sa quante prese può impegnarsi a realizzare.

In parole povere, se noi abbiamo il fit a  con il nostro compagno e abbiamo, per esempio, 18 p.K e il nostro compagno ha 12 p.K, i p.K della linea sono 30 e dividendo 30 per 3 risulta 10, quindi possiamo realizzare il contratto di 4 ; se noi abbiamo 16 p.K e il nostro compagno 20 p.K, i p.K della linea sono 36 quindi possiamo realizzare il contratto di 6  …. e così via.

PRESE
PUNTI K NECESSARI
7
          21
8
          24
9
          27
10
          30
11
          33
12
          36
13
          39

Fermiamoci un attimo a riflettere. Tra i metodi di valutazione della forza combinata della linea, quando c'è il fit, uno dei più elaborati che ho letto, è quello di Bergen.
Si parte dagli "starting points" , poi ci sono i "dummy points", per arrivare ai "total points". E' un sistema esaustivo ma, secondo me, implica un notevole sforzo mnemonico, almeno fino a quando non lo si applica con costanza.

Ognuno di noi, più o meno inconsciamente, valuta i punti distribuzionali, ma se è evidente che una 6-5-1-1 è una bomba, "six five come alive" , quanto esattamente vale ?
E ancora, per la distribuzione, in "assoluto", e fatti uguali tutti gli altri parametri, vale più una 5-4-3-1 o una 5-3-3-2  o una 4-4-3-2 ? 

Usando gli Zar points, per esempio, i punti distribuzionali si valutano sommando il numero di carte dei due pali più lunghi alla differenza fra il palo più lungo ed il più corto.
Una 5-4-3-1 vale quindi 13 punti, 5 + 4 + 4 (differenza fra il più lungo ed il più corto). Una 5-3-3-2 vale 11 punti, 5 + 3 + 3 . Una 4-4-3-2 vale 10 punti, 4 + 4 + 2, mentre la 6-5-1-1 vale la bellezza di 16 punti ! La formula è semplice, e sempre a mio modesto modo di vedere, la più scientifica. 

Il metodo di quantificare contemporaneamente punti di lunga e di corta può far storcere il naso, perchè sembra di valutare due volte la stessa cosa, vista da due punti di vista opposti : lunga/corta. Inoltre una conto  è avere punti di corta al morto, che procureranno tagli, ed un altro averli in mano, che possono sì fermare l'avversario, ma che non produrrano prese di taglio, a meno di non giocare a morto rovesciato.

Al tavolo, quello che conta è la praticità e l'efficacia. Col metodo K due cose sembrano "strane" : l'iniziare ad aggiungere punti di lunga dalla QUARTA carta in poi, e l'equiparare singolo e vuoto.
Non ho le basi statistico/matematiche per fare inferenze in proposito, probabilmente ci sono "compensazioni" interne in gioco, ma quello che alla fine conta è che la formula N° prese = P.K. / 3 ha la semplicità e l'eleganza della E = mc2 😊 ! E soprattutto, a detta dell'ideatore, la sua validità è stata testata su centinaia di mani.

Paragoniamo P.K. e Zar Points, aggiungendo anche la "bara", cioè la 4-3-3-3.

                  P.K           Zar points
6-5-1-1        9                   16
5-4-3-1        5                   13
5-3-3-2        3                   11
4-4-3-2        3                   10
4-3-3-3        1                     8

Ho poca esperienza, ma mi sembra migliore il metodo K. la 6-5-1-1 qui sì che appare una "bomba" ! La 5-4-3-1 è una gran bella distribuzione, ci sono due pali lunghi, di cui uno quinto, ed abbiamo un singolo. La 5-3-3-2 e la 4-4-3-2 si equivalgono, da una parte abbiamo un palo quinto, ma dall'altra due pali quarti, cioè due possibilità di trovare il fit. Non per niente entrambe si definiscono bilanciate. Se infine esaminiamo la 4-3-3-3 e consideriamo i "rapporti" di forza, è evidente che il metodo K la svaluta notevolmente : la 5-4-3-1 vale 5 volte tanto ! Con gli Zar points invece la 5-4-3-1 vale solo 1,625 volte di più !

L'articolo è diventato molto lungo, mi fermo qui, nelle prossime "puntate" esamineremo in dettaglio gli appoggi nel nobile.

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